Marco Mouly, il re delle truffe, catturato a Fiumicino: il mistero del passaporto falso e il documentario su Netflix

Nei giorni scorsi, l’aeroporto di Fiumicino ha visto l’arresto di Marco Mouly, noto anche come Mardoché Mouly e Marco L’Elegant. Questo individuo è stato catturato dalla Polizia di Frontiera mentre tentava di passare i controlli con un passaporto israeliano falso. La sua cattura segna la fine della sua latitanza, un periodo durante il quale ha orchestrato una delle più vaste e audaci truffe della storia recente europea, con un bottino di ben 283 milioni di euro.

Mouly, cittadino tunisino naturalizzato in Francia, era ricercato dopo essere stato condannato nel 2017 a otto anni di reclusione per una maxi frode legata al mercato delle quote di carbonio. Questa truffa, nota come “truffa sulla tassa sul carbonio”, ha rivelato un sistema fraudolento in cui lui e la sua banda sfruttavano il meccanismo del mercato delle quote di emissione di CO2 dell’Unione Europea per ottenere guadagni illeciti.

come funzionano le quote di carbonio

Per comprendere la gravità della frode orchestrata da Mouly, è fondamentale analizzare il funzionamento del mercato europeo delle quote di carbonio. Questo sistema è stato istituito dall’Unione Europea per limitare le emissioni di gas serra e incentivare le aziende a investire in tecnologie più pulite. Le aziende ricevono o acquistano quote che consentono loro di emettere una tonnellata di CO2. Ecco come funziona il sistema:

  1. Le aziende ricevono quote di emissione.
  2. Se riescono a ridurre le proprie emissioni al di sotto delle quote ricevute, possono vendere le quote in eccesso.
  3. Le aziende che necessitano di aumentare le loro emissioni possono acquistare queste quote.

Questo meccanismo dovrebbe premiare le aziende più virtuose e incoraggiare pratiche più sostenibili. Tuttavia, Mouly e i suoi complici hanno trovato un modo per sfruttare questo sistema a loro favore.

la truffa di mouly

Fingendosi dipendenti di società fittizie, acquistavano quote di emissione esentasse da aziende inquinanti. Successivamente, rivendevano queste stesse quote in Francia, addebitando agli acquirenti anche l’IVA, che però non veniva mai versata allo Stato. Questo inganno ha generato un guadagno illecito di enormi proporzioni, contribuendo a un buco fiscale di 283 milioni di euro.

Dopo essere fuggito a Tel Aviv, Mouly ha continuato la sua vita di latitanza fino alla sua cattura a Fiumicino. Qui, gli agenti della Polaria hanno eseguito un mandato d’arresto europeo, intercettandolo mentre cercava di passare i controlli di sicurezza. La scoperta del passaporto falso, nascosto nelle sue scarpe, ha aggravato ulteriormente la sua situazione legale.

il documentario su mouly

La storia di Marco Mouly non è solo quella di un truffatore di successo, ma anche di un uomo la cui vita è diventata oggetto di un documentario di Netflix intitolato “Lords of Scam” (I Re della Truffa). Questo film esplora non solo le frodi di Mouly ma anche l’intero contesto del mercato delle quote di carbonio e le vulnerabilità che possono essere sfruttate. La serie documentaria ha avuto un grande impatto, portando alla ribalta non solo la figura di Mouly ma anche quella di altri truffatori che hanno cercato di sfruttare le lacune legali per arricchirsi.

L’arresto di Mouly è emblematico di un’epoca in cui le frodi finanziarie sono diventate sempre più sofisticate. Le autorità europee stanno intensificando gli sforzi per contrastare queste attività illecite e proteggere l’integrità del mercato delle quote di carbonio. La sua cattura rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità economica.

Con l’arresto di Mouly, si chiude un capitolo di una storia complessa e affascinante, che continua a suscitare interrogativi su etica, legalità e giustizia nel mondo moderno. La vicenda di Mouly, ora sotto i riflettori grazie al documentario, offre spunti di riflessione su come le strutture economiche possano essere vulnerabili e come, in alcuni casi, la ricerca del profitto possa portare a risultati devastanti.

Change privacy settings
×