Luca Pancalli, attuale presidente del Comitato Italiano Paralimpico (Cip), ha annunciato con entusiasmo la sua candidatura alla presidenza del Coni, l’ente che governa lo sport italiano. In un’intervista, Pancalli ha messo in evidenza la sua visione per un Coni più inclusivo e collaborativo, enfatizzando l’importanza di dare maggiore spazio alle federazioni e alle associazioni sportive. La sua determinazione è il riflesso di un percorso di vita dedicato allo sport, che ha iniziato a soli 17 anni, quando ha rappresentato l’Italia nell’equitazione. Un infortunio lo ha costretto a cambiare direzione, ma da quel momento ha dedicato la sua vita al mondo paralimpico, diventando un simbolo di resilienza e determinazione.
La candidatura di Pancalli non è solo un passo personale, ma rappresenta un’importante opportunità per il mondo delle persone con disabilità. “Non sono il candidato di nessuno”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di mantenere aperto il dialogo e la comunicazione all’interno delle istituzioni sportive. La sua esperienza, che include ruoli come vicepresidente del Coni e commissario di diverse federazioni, dimostra le sue competenze e la sua dedizione al servizio dello sport italiano.
L’eredità del Cip
Pancalli ha discusso dell’eredità che lascerà al Cip, evidenziando l’importanza della dignità e del rispetto per le persone con disabilità. Ha affermato che chi verrà dopo di lui dovrà consolidare i progressi ottenuti, affinché non vengano vanificati. La sua visione per il futuro è quella di continuare a spingere verso una maggiore inclusione, nonostante le sfide.
Con il Coni che ha visto ridotto il proprio potere gestionale sui fondi, Pancalli ha delineato un nuovo modello di governance sportiva, in cui il presidente deve lavorare in sinergia con le federazioni e gli enti locali. “Il presidente non è un uomo solo al comando, ma rappresenta un’istituzione”, ha spiegato.
Azioni immediate
Se eletto, Pancalli ha in mente una serie di azioni da attuare, tra cui:
- Mettere le federazioni nelle migliori condizioni per ottenere risultati sportivi.
- Promuovere un’interpretazione più ampia della responsabilità del Coni, armonizzando le competenze con gli altri attori dello sport italiano.
- Sottolineare che “non bastano i risultati per garantire un futuro prospero”, evidenziando l’importanza di una gestione coordinata.
Politica e sport
Un tema delicato è l’interferenza della politica nello sport. Pancalli ha espresso una visione positiva riguardo all’intervento politico, sostenendo che lo sport è parte integrante delle politiche pubbliche. “La politica deve investire nello sport”, ha affermato, citando esempi di iniziative che hanno avuto un impatto positivo nelle comunità. Tuttavia, ha anche riconosciuto le difficoltà che le associazioni sportive di base affrontano, sottolineando la necessità di semplificare le norme che disciplinano il lavoro sportivo.
Un candidato indipendente
A chi lo accusa di essere il candidato della politica, Pancalli ha risposto con fermezza: “Sono un uomo che costruisce ponti, non un burattino della politica”. La sua esperienza e il suo approccio pragmatico gli consentono di navigare le complessità del mondo sportivo, mantenendo sempre aperto il dialogo, un elemento cruciale per il successo delle istituzioni sportive.
Guardando al futuro, Pancalli ha accennato alla possibilità di una fusione tra il mondo olimpico e paralimpico. Con eventi come le Olimpiadi di Parigi e i Giochi invernali di Milano-Cortina, questa fusione potrebbe rappresentare una nuova era per lo sport italiano.
A 60 anni, Pancalli riflette sul suo passato e sui sogni di quando era un giovane atleta. “Lo sport mi ha insegnato a rialzarmi dopo le cadute”, ha condiviso, enfatizzando il valore della competizione e dell’agonismo nella sua vita. Con determinazione, continua a perseguire i suoi obiettivi, contribuendo alla crescita della società e creando un Paese migliore per tutti.