La tragica vicenda di Liliana Resinovich, la 68enne di Trieste ritrovata morta nel gennaio del 2022, continua a suscitare interrogativi e tensioni. L’analisi di 15 capelli, di cui sette raccolti dai suoi indumenti e gli altri provenienti da sacchetti di plastica e dalle parti intime, rappresenta uno degli elementi chiave per fare luce su questo caso complesso. La relazione medico-legale redatta dalla dottoressa Cristina Cattaneo e da un team di esperti di 240 pagine ha confermato che Liliana è stata uccisa il 14 dicembre 2021, giorno in cui è uscita di casa. Il suo corpo è rimasto nel boschetto dove è stato rinvenuto fino al 5 gennaio, alimentando speculazioni e accuse tra i familiari.
la smentita del suicidio
L’ipotesi inizialmente avanzata di suicidio è stata categoricamente smentita dalla perizia. I pubblici ministeri avevano sostenuto che Liliana si fosse volontariamente asfissiata, infilandosi la testa in due sacchetti di plastica, come se si fosse preparata a un atto estremo. Tuttavia, i familiari, in particolare il fratello Sergio Resinovich, hanno sempre contestato questa spiegazione, puntando il dito contro il marito Sebastiano Visintin. Le accuse si fondano su un presunto movente economico: con la morte della moglie, Visintin sarebbe potuto accedere a benefici economici che prima gli erano preclusi.
Visintin, dal canto suo, si difende affermando di non avere alcun interesse a uccidere la moglie. Ha invece rivolto le sue accuse verso Claudio Sterpin, l’uomo con cui Liliana avrebbe intrattenuto una relazione. Sterpin è stato visto nel boschetto prima che il corpo di Liliana venisse scoperto, un dettaglio che ha alimentato ulteriormente la già complicata rete di sospetti e insinuazioni. La presenza di codici segreti trovati in casa di Liliana, che sarebbero stati nascosti dietro un quadro, aggiunge un ulteriore strato di mistero alla vicenda, con i familiari che si chiedono se questi codici potessero avere un significato legato alla sua morte.
le indagini sui capelli
La perizia ha stabilito che Liliana è morta per soffocamento, confermando la necessità di ulteriori indagini sui capelli trovati. Gli inquirenti sperano di trovare un campione che non appartenga a Liliana, il che potrebbe indirizzare le indagini verso un sospettato diverso. Tuttavia, l’avvocato di Visintin, Paolo Bevilacqua, sottolinea che anche se i capelli dovessero appartenere a Sebastiano, non cambierebbe sostanzialmente la situazione, poiché è normale che i capelli di un coniuge possano finire sugli indumenti dell’altro.
L’analisi dei capelli è cruciale: gli inquirenti hanno chiarito che se i capelli trovati sui sacchetti di plastica dovessero risultare di un’altra persona, la dinamica del delitto cambierebbe notevolmente. La perizia ha descritto una scena di violenza: Liliana potrebbe aver subito una colluttazione prima di essere soffocata. Le lesioni e i graffi sul suo corpo sono indicativi di un’aggressione fisica, con segni di strattonamenti e spinte.
la manovra di soffocamento
Particolarmente inquietante è la descrizione della manovra di soffocamento identificata dagli esperti, nota come “Chokehold”. Questa tecnica, che coinvolge l’afferrare il collo della vittima, può non lasciare segni evidenti, il che complica ulteriormente le indagini. Secondo la relazione, l’aggressore avrebbe potuto afferrare Liliana da dietro, immobilizzandola e provocando così la perdita di coscienza e, successivamente, la morte.
La situazione è complessa, poiché sia Visintin che Sterpin si accusano reciprocamente di avere un ruolo nell’omicidio. La dinamica degli eventi rimane nebulosa, con i testimoni che forniscono versioni contrastanti e i familiari di Liliana che si sentono sempre più frustrati dalla mancanza di chiarezza. La questione dell’eredità, che ha innescato conflitti tra i familiari, aggiunge un ulteriore strato di tensione a una vicenda già drammatica.
In questo contesto, il lavoro degli investigatori e degli esperti forensi è fondamentale per stabilire la verità. La lunga relazione medico-legale non solo ha contestato la teoria del suicidio, ma ha anche fornito indizi importanti sul possibile movente e sulla dinamica dell’omicidio. In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità triestina rimane scossa da questa tragedia, sperando che la giustizia possa essere fatta e che Liliana Resinovich possa finalmente riposare in pace.