Non ce la fate più con la spazzatura del vicino maleodorante? Ebbene, in questo caso potreste aver diritto ad un risarcimento!
Il vicino di casa ha sistemato i cassonetti dell’immondizia sotto la finestra della vostra abitazione e vi ritrovate alle prese con degli odori nauseabondi? Ecco cosa potete fare e a cosa avete diritto in base ad una recente sentenza.
Ognuno di noi ha un proprio modo di vivere la vita e relazionarsi con gli altri. Non esiste un modo che può essere considerato, a priori, giusto o sbagliato. Ogni persona, d’altronde, è libera di fare ciò che desidera, fermo restando il rispetto dei diritti e della libertà altrui.
Un concetto semplice e basilare che non trova sempre riscontro nella realtà quotidiana. A tutti quanti, purtroppo, può capitare di imbattersi in persone noncuranti del benessere altrui. Una situazione che può rivelarsi ancora più difficile da gestire quando i soggetti in questione sono anche i nostri vicini di casa.
Spazzatura del vicino che puzza? Hai diritto a un risarcimento: la sentenza
A partire da rumori molesti fino ad arrivare alla precedenza al parcheggio condominiale, sono diversi i motivi che possono far scoppiare dei litigi fra vicini. Nella maggior parte dei casi, fortunatamente, si concludono con dei piccoli battibecchi, a cui fa seguito la ricerca di una soluzione.
Altre volte, invece, si tratta di situazioni insostenibili in cui è necessario l’intervento delle autorità competenti. Lo sa bene una signora che si è ritrovata alle prese con degli odori nauseabondi provenienti da dei cassonetti dell’immondizia collocati sotto la finestra della sua abitazione. Se tutto questo non bastasse, ha dovuto sopportare anche i rumori derivanti dal relativo svuotamento e attività di pulizia. Una situazione indubbiamente poco piacevole che, come come è stato dimostrato, ha arrecato un notevole disagio, tanto da limitare l’uso dell’alloggio.
Un caso che è finito sotto la lente di ingrandimento del tribunale di Livorno che, attraverso la sentenza numero 227 del 12 febbraio 2024, ha stabilito che la donna in questione avesse diritto ad un risarcimento danni in via equitativa. Il tutto tenendo conto dell’età della donna in questione e della sofferenza di natura psichica subìta.
Ma non solo, il tribunale ha anche imposto che i cassonetti vengano ricollocati ad una distanza regolamentare. A tal proposito ricordiamo che, in base alle norme inerenti la gestione dei rifiuti urbani, si prevede che i bidoni dei rifiuti non siano posizionati a meno di cinque metri di distanza dagli ingressi, dalle finestre al piano terra, al primo piano, ma anche seminterrati e gli accessi agli esercizi commerciali.