La Direttiva Case Green pone degli obblighi per tutti i cittadini e quindi delle spese che saranno necessarie ma anche preoccupanti.
Quello che sembrava un progetto a lungo termine è diventato realtà, con cifre esatte e date da rispettare per coprire gli step obbligatori per tutti i Paesi. Un quadro preoccupante in un momento delicato per l’Italia che ha visto la restrizione progressiva di tutti i bonus previsti per ristrutturazioni e ammodernamento degli immobili.
La questione che preoccupa gli italiani è ovviamente relativa alle tempistiche, ma soprattutto a quello che sarà il carico economico e fiscale per poter rispondere alle necessità e quindi agli interventi obbligatori da portare a termine. Il piano europeo richiede ai singoli Stati di intervenire localmente per poter determinare una struttura interna che possa quindi rispondere alle esigenze e raggiungere i numeri previsti. Ovviamente la questione non riguarda uniformemente i Paesi dal momento che non tutti si trovano nella medesima condizione.
Case green: calendario interventi, date e cifre
Ci sono quelli come l’Italia che hanno un parco immobiliare datato, da ristrutturare in larga parte e poi ci sono Paesi che hanno invece una struttura di partenza molto differente e quindi di base non risentono di alcun problema e possono tranquillamente procedere con lentezza.
Le date sono ormai decise, il primo taglio del 16% andrà fatto entro il 2030 e anche se sei anni sembrano tanti, non lo sono affatto. Per il 2035 ci si aspetta una stima entro il 22% e poi entro il 2050 tutto il settore dovrà essere a zero emissioni. Quindi in circa 25 anni bisognerà cambiare completamente l’assetto di una intera nazionale dal punto di vista immobiliare.
Quando si parla di lavori su cui intervenire ci sono: isolamento termico per andare a migliorare tetto, pareti e fondamenta, installazioni di riscaldamento e raffreddamento, con sistemi efficienti. Quindi impianti fotovoltaici per la produzione di energia green, installazione e sostituzione di infissi e finestre per abbattere le dispersioni termiche. Questi sono i lavori minimi a cui approcciare per cambiare la classificazione di un immobile e renderlo a impatto zero. La Direttiva UE mira, complessivamente, a migliorare l’efficienza energetica di tutti gli edifici. Ci saranno però delle eccezioni, questo riguarderà una minima parte di strutture che potranno essere individuate dallo Stato e che riguarderanno quelli di valore architettonico e storico, di culto, abitazioni remote o inaccessibili.
Da un punto di vista propriamente economico, la spesa sarà di circa 60 mila euro a famiglia ed è questo che determina il vero problema. Chi pagherà tutto ciò? L’attesa e la prospettiva è quella di bonus e agevolazioni che possano permettere interventi di questo tipo come è stato per il Superbonus, nella misura quindi di non dover anticipare i fondi e poi aspettare il rimborso IRPEF con cadenza annuale e 10 rate per poter riavere una parte dell’ammontare, come attualmente fruibile.