Sono in arrivo nuove regole severissime per proteggere i bambini dai contenuti più pericolosi del web: come cambieranno le cose?
Sono sempre di più i minori che navigano sulla rete senza la diretta supervisione dei genitori ed è proprio la loro protezione a essere diventata una delle priorità assolute dei governi europei. L’idea alla base del nuovo approccio è che siano le aziende ad eliminare, controllare e filtrare i propri contenuti in maniera che non arrivino informazioni pericolose ai minori che navigano online.
Quali sono però i contenuti universalmente considerati pericolosi e non adatti a un pubblico infantile o comunque ai minori? Com’è facile intuire, la pornografia e la violenza sono tra i contenuti ritenuti in maniera unanime più pericolosi. Anche i contenuti che possono ispirare condotte pericolosesono considerati inadatti: si pensi ad esempio a quelliche favoriscono o inducono disturbi del comportamento alimentare, ma anche a quelli che parlano in maniera profusa di depressione e di suicidio.
A seguito di fatti di cronaca piuttosto recenti, entreranno nel mirino delle autorità anche quei contenuti che spingono all’emulazione di comportamenti pericolosi. Si tratta in pratica di tutti i video relativi alle sfide tra ragazziche in diversi casi sono diventati virali e hanno portato alla morte o al ferimento di ragazzi molto giovani.
Dove e quando entreranno in vigore le nuove norme?
Il Regno Unito sta lavorando a una serie di ben 40 regole pratiche che indicheranno alle grandi aziende del settore (tra cui YouTube, Instagram, Tik Tok e molte altre) come gestire la limitazione di determinati contenuti agli utenti minori.
Tra le varie regole c’è la necessità di verificare l’identità dell’utente attraverso la verifica dei documenti con fotografia. Si preannuncia quindi la possibilità di doversi autenticare prima di accedere a siti che propongono determinati contenuti, ma saranno messe in atto anche altre strategie per evitare che utenti minori si spaccino per utenti maggiorenni.
Le nuove norme varranno sul territorio del Regno Unito e per gli utenti del Paese, ma c’è sicuramente la possibilità che anche altri Paesi dell’area europea adottino un approccio del genere allo scopo di proteggere i propri cittadini più vulnerabili. Non rimane quindi che vedere come evolveranno le cose in Gran Bretagna e se davvero (come prevedono alcuni) il desiderio di sicurezza del governo si tradurrà in una serie di svantaggi per i cittadini. Le nuove norme, per i più scettici, non faranno altro che rendere più difficile l’accesso a determinate informazioni a tutti i cittadini, non semplicemente ai più vulnerabili.