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Donne lavoratrici con figli, ora per molte è più facile ottenere delle agevolazioni. Ecco cosa ha fatto il Governo per incentivare le nascite.
Essere mamma e lavoratrice in Italia non è molto semplice. Molte donne quando diventano madri purtroppo lasciano il lavoro a causa delle difficoltà che incontrano una volta dato alla luce un bambino. In molte parti del Paese i servizi alla prima infanzia sono molto risicati e questo fa sì che conciliare maternità con lavoro diventi un percorso complicato per molte donne. Questa è la principale causa del perché l’occupazione femminile è così bassa in Italia.
L’occupazione femminile ha visto nel 2024 un aumento record, circa il 53,4% delle donne oggi ha un lavoro, ma spesso sottoccupato e precario. Il Governo riconosce il ruolo sociale della maternità ma non sembra fare molto per sostenere la condizione di madre e lavoratrice. Recentemente la Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia, Eugenia Roccella, ha detto che essere mamma è il lavoro più socialmente utile che ci sia, dichiarazioni che hanno fatto scalpore perché sembrano non riconoscere che il ruolo delle donne è cambiato.
Ma cosa è cambiato per le mamme lavoratrici nel 2024? Esistono alcune misure politiche che sono state varate e che consentono alle donne con figli di avere maggiori agevolazioni, riconoscendo così la maternità come non più una penalizzazione per le lavoratrici. Le misure riguardano l’età della pensione, il numero dei figli e altri vantaggi che non tutte conoscono.
È vero che ancora non si è superato l’ostacolo di essere madre e lavoratrice, ma molte donne non conoscono alcune misure come quella della pensione anticipata contributiva. Essa riguarda i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo l’entrata in vigore del sistema contributivo, ovvero dopo il 31 dicembre 1995. La misura è vantaggiosa per le donne con i figli, che è uno dei requisiti per accedervi ed è più facile rispetto ai colleghi maschi o le nullipare, per cui l’importo minimo della pensione deve essere maggiore.
Questa misura garantisce la pensione dai 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati e richiede che la pensione non sia inferiore a tre volte l’assegno sociale. Per accedere a questa misura devono dunque assicurarsi che la pensione liquidata non sia meno di 1.603,23 euro. Per le mamme lavoratrici il vantaggio è ottenere la pensione anche se hanno importi più bassi. La misura però riguarda le donne che hanno avuto due o più figli, con 20 anni di contributi versati e un assegno non inferiore a 1.389,466 euro, ovvero 2,6 volte l’assegno sociale.
Per le mamme con un solo figlio non deve essere meno di 2,8 volte l’assegno sociale ovvero 1.496,35 euro. Poi c’è l’opzione donna, che ora avvantaggia le lavoratrici con figli, che fino al 2022 non si faceva distinzione e prevedeva solo un anno in più di età anagrafica per le lavoratrici autonome. Ora possono usufruirne solo le caregiver, invalide, licenziate o assunte in aziende con tavoli di crisi con due o più figli. L’età di uscita è 60 anni e 61 nel 2024.
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