Il Comune punta ad accedere al conto corrente del contribuente per recuperare IMU e TASI non pagate: ecco che cosa sta succedendo.
Ogni anno in Italia, secondo le ultime stime, mancano almeno 5 miliardi di versamenti relativi all’IMU. Ciò significa che un numero altissimo di contribuenti non versa l’imposta sulla casa. E lo stesso vale per la TASI (il tributo per i servizi indivisibili), che insieme a IMU e TARI fa parte dell’imposta unica comunale istituita dalla legge di stabilità nel 2014. Va da sé che ogni Comune debba mettere in campo le proprie strategie per poter, in qualche modo, recuperare i tributi non versati relativi a IMU e TASI.
Di norma si procede attraverso controlli informatizzati, notifiche, accertamenti e poi cartelle esattoriali. Ma presto la musica potrebbe cambiare. La riscossione dei tributi locali, che è un problema che coinvolge tutte le realtà italiane, dalle grandi città ai piccoli paesini, da Nord a Sud, potrebbe presto imitare INPS e Agenzia delle Entrate.
Per questo l’ANCI, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, vorrebbe che fosse permesso a ogni Comune l’accesso diretto alle banche dati per poter analizzare ogni conto corrente dei contribuenti. Queste banche dati sono già sfruttate dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate. E l’effetto è sempre lo stesso: si va a finire con un pignoramento del dovuto sul conto.
Anche i Comuni vorrebbero dunque sfruttare questo strumento per poter capire se un contribuente che non ha pagato IMU, TARI e TASI è solvibile e attaccabile dal punto di vista delle sue dotazioni bancarie.
Cosa succederà? I Comuni riusciranno davvero ad aggredire i conti correnti dei contribuenti che non pagano? Ed è legittimo che questi enti possano recuperare attraverso le banche dati i crediti che hanno nei confronti dei contribuenti? Di fronte a simili ipotesi sorgono sempre dubbi dal punto di vista della protezione della privacy dei contribuenti.
Eppure ci sono norme che consentono l’utilizzo di questi dati personali dei contribuenti quando si tratta di recuperare somme dovute al fisco. La situazione non è stata ancora affrontata dalla politica nazionale. Ma l’obiettivo è quello di agevolare in qualche modo le azioni di esecuzione forzata per la riscossione dei debiti relativi a questi tributi locali.
Da un lato gli incentivi e le agevolazioni che sono state introdotte dopo la pandemia hanno fatta registrare una riduzione dell’evasione fiscale relativa a IMU e altri tributi locali. Quindi, lo sgravio fiscale, se ben organizzato e gestito, potrebbe da solo aiutare a risolvere la situazione.
Poi, ovviamente, ci sarà comunque bisogno di dare maggiore libertà ai Comuni per poter riscuotere da chi ha capacità di pagare ma non lo fa. L’anno scorso di era parlato dell’ipotesi di pignoramenti veloci sul conto corrente da parte del fisco. Ma la norma proposta per la legge di Bilancio è stata poi disconosciuta dalla premier Giorgia Meloni. Anche se in realtà l’Agenzia delle Entrate, come anticipato, può già pignorare dopo due mesi dall’accertamento. Succederà così anche per IMU e TASI?
Stanca di dolori muscolari post-allenamento e infiammazioni fastidiose? C'è un alleato piccante che può aiutarti:…
Tra le malattie e le tensioni familiari, c'è una donna che combatte per la sua…
Carlo e Diana rivelazione choc di un esperto di traduzione labiale: ecco le parole finora…
L'estate è alle porte e Michelle Hunziker ci regala un'idea fantastica per le nostre vacanze!…
Elodie flashmob a Milano: la cantante lancia la sua hit dell’estate con uno scatenato show…
Attenzione mamme! Se acquistate spesso capi e accessori per i vostri bambini su Shein o…