Si può essere licenziati se si superano i giorni di malattia? Vediamo quali sono i limiti e cosa dice la Legge italiana in merito.
Il licenziamento per superamento del comporto costituisce una delle modalità attraverso cui il datore di lavoro può porre fine al rapporto di lavoro con un dipendente a causa di prolungate assenze per malattia o infortunio. Tuttavia, questa procedura deve essere eseguita nel rispetto dei precisi criteri stabiliti dalla legge italiana. Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso sentenze cruciali che delineano i requisiti e le implicazioni legali di tale licenziamento, offrendo chiarezza e orientamento sia ai datori di lavoro che ai dipendenti.
Secondo l’articolo 2110 del codice civile italiano, il periodo di comporto rappresenta il lasso di tempo massimo durante il quale un lavoratore può essere assente dal lavoro a causa di malattia o infortunio senza che il datore di lavoro possa procedere al licenziamento. Tuttavia, una volta superato questo periodo, il datore di lavoro ha il diritto di porre fine al rapporto di lavoro.
La Legge numero 604 del 1966, integrata dalla Legge numero 108 del 1990, stabilisce che il licenziamento per superamento del comporto deve essere debitamente motivato. Questo significa che il datore di lavoro è tenuto a fornire indicazioni precise sulle assenze del dipendente che hanno portato al superamento del periodo di comporto.
Sentenze della Cassazione
La Corte di Cassazione ha recentemente esaminato diversi casi relativi al licenziamento per superamento del comporto, contribuendo a definire i criteri e le condizioni per la validità di tale procedura. È emerso che la motivazione fornita deve essere dettagliata e specifica. In particolare, nel caso di assenze multiple e frammentate, è necessario fornire una dettagliata indicazione delle assenze affrontate dal dipendente.
Inoltre, la Corte ha chiarito che nel caso di assenze continue non è necessario specificare ogni singolo giorno di malattia, purché siano fornite indicazioni sufficienti sulla durata complessiva delle assenze. Un punto di rilevanza cruciale riguarda il diritto del lavoratore alla disoccupazione (NASPI) nel caso venga licenziato per superamento del comporto. La legge riconosce questo diritto in quanto il lavoratore ha perso il posto per motivi al di fuori del suo controllo.
Il licenziamento per superamento del comporto è una procedura che può essere attuata dal datore di lavoro in presenza di prolungate assenze per malattia o infortunio da parte del dipendente. Tuttavia, affinché tale licenziamento sia valido, è fondamentale rispettare i criteri e le procedure stabilite dalla legge italiana, come chiarito dalle recenti sentenze della Corte di Cassazione. Queste decisioni offrono orientamento e certezza giuridica sia ai datori di lavoro che ai dipendenti in merito a questa delicata questione legale.