Scadenza imminente: non lasciare che il tempo ti sfugga. Controlla la data della tua cartella esattoriale: se è oltre il limite stabilito, il debito decade.
Nel vasto palcoscenico delle finanze pubbliche, la riforma fiscale ha introdotto una nuova coreografia, stabilendo limiti temporali per il recupero delle somme da parte dell’Agente per la Riscossione Esattoriale. Tuttavia, attenzione: questo conto alla rovescia non va confuso con la prescrizione del debito.
Mentre il primo segna semplicemente la fine delle mosse per recuperare il credito, la prescrizione è l’atto finale, l’estinzione definitiva del diritto di credito
Quando un ente pubblico, rivendica il proprio credito da un contribuente se i toni gentili non funzionano più, entra in scena l’Agente per la Riscossione Esattoriale, pronto a far risuonare le note del recupero forzoso tramite il pignoramento. Ma cosa accade in questi casi?
La riscossione esattoriale: cosa sapere
Ci sono due attori principali in questa rappresentazione: da un lato, l’ente creditore (pensa all’Agenzia delle Entrate per tasse come l’IRPEF o l’IVA, o al Comune per imposte locali come l’IMU); dall’altro, l’esattore, spesso una società privata affiliata, incaricata di raccogliere i debiti.
Una recente revisione di scena ha ridotto l’uso delle cartelle esattoriali. Adesso, il vero protagonista è l’accertamento notificato direttamente dall’ente creditore. In questi casi, il lavoro dell’esattore si limita a inviare un avviso di presa in carico al contribuente, segnalando l’inizio della riscossione forzata. Ma quanto tempo ha l’Esattore per mettere in scena la sua opera?
La notifica della cartella o dell’avviso deve avvenire entro 9 mesi dall’assegnazione del compito all’Esattore. E poi ci sono le varie forme di riscossione: dall’iscrizione di ipoteca al pignoramento della casa, fino al pignoramento di stipendio o pensione e altro ancora.
Se l’Esattore si rende conto che il contribuente non ha nulla da offrire, dopo 5 anni deve alzare il sipario sul palcoscenico della cartella esattoriale. È il momento del discarico automatico, in cui l’Esattore si ritira dall’incarico, lasciando all’ente creditore la decisione su come procedere: rinunciare al recupero, gestirlo direttamente o affidarlo di nuovo all’Esattore.
Ma attenzione, ci sono due eccezioni. Il discarico automatico deve avvenire entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’assegnazione all’Esattore, salvo accelerazioni in caso di fallimento o di mancanza di beni aggredibili. Tuttavia, l’ente creditore può segnalare nuovi beni anche dopo il discarico automatico.
La prescrizione è un altro ballo da non perdere. Diversamente dal discarico automatico, questa è la fine anticipata del credito. Se sono trascorsi i giusti tempi dall’ultima notifica, la cartella va in prescrizione automatica. E qui ci sono tre tempi da tenere a mente: 10 anni per le imposte statali, 5 anni per quelle locali e altre tipologie di debito, e 3 anni per il bollo auto.
La prescrizione è un evento automatico, ma se viene ignorata, può portare a una battaglia legale. Bisogna fare opposizione se, nonostante la prescrizione, si ricevono richieste di pagamento o si subisce un pignoramento. E così, sulla scena della fiscalità, si chiude un altro atto. Ma ricorda, in questo teatro, la comprensione delle regole può essere la tua migliore performance.